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Serena Tabacchi

Se siete mai stati ad uno di quegli eventi che trattano di tecnologia o criptovalute sapete già che tipo di pubblico potete aspettarvi, ovvero una presenza straripante di uomini e una minuta percentuale di donne.

Se si parla di arte e tecnologia però le cose cambiano e non poco… il mondo degli NFT per esempio è diventato il trampolino di lancio di molte donne di grande talento che si sono distinte nel settore come artiste e curatrici. Il caso probabilmente più eclatante in Italia è quello di Serena Tabacchi, alla quale ho avuto la fortuna di poter rivolgere una lunga ed approfondita intervista.

SERENA, TU SEI ENTRATA NEL MONDO DELL’ARTE DIGITALE E POI STAI ALLARGANDO LA TUA ESPERIENZA PROFESSIONALE ANCHE AL MONDO DELL’ARTE TRADIZIONALE. QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE CHE TROVI TRA I DUE AMBIENTI?

“L’arte digitale, rispetto all’arte tradizionale, presenta alcune differenze evidenti. Innanzitutto, si nota una diffidenza nei confronti di un medium spesso non considerato artistico, relegato all’uso quotidiano. Questa diffidenza deriva dalla prossimità dei mezzi digitali alla nostra vita di tutti i giorni, come il cellulare, la televisione, il computer e simili. Tutti questi dispositivi elettronici fanno parte integrante della nostra routine, rendendo difficile attribuire loro un valore artistico. Spesso, infatti, si cerca il contatto fisico con la materia artistica, una connessione sensoriale che va oltre la semplice osservazione visiva. Molti desiderano percepire l’opera d’arte non solo attraverso lo sguardo, ma anche con gli altri sensi, come il tatto e la texture di un dipinto o di una scultura. La grande difficoltà risiede nel creare un coinvolgimento e una connessione sensoriale con l’arte digitale, che, sebbene comunemente utilizzata nella vita quotidiana, presenta spesso una superficie bidimensionale nel mondo fisico, pur essendo tridimensionale e infinita nello spazio virtuale. Questa mancanza di abitudine e di educazione al digitale e al suo valore artistico rappresenta la prima significativa differenza tra i due mondi. C’è una sfida nel coltivare la capacità di apprezzare e attribuire valore a un’opera d’arte digitale, poiché manca ancora una consuetudine e una sensibilità sufficienti verso il bello nel contesto digitale.” IL MONDO DEGLI NFT NASCE ALL’INSEGNA DELLA DECENTRALIZZAZIONE E DELL’ANONIMATO, CREDI CHE QUESTO TIPO DI APPROCCIO POSSA FACILITARE IL PERCORSO DI ARTISTE DONNA NELL’AMBITO DELL’ARTE DIGITALE? O CREDI CHE ANCHE NELL’ARTE TRADIZIONALE NON CI FOSSERO TUTTO SOMMATO BARRIERE DI GENERE?

“Il digitale offre un’accessibilità ampia, facilitando lo studio attraverso risorse online. Tuttavia, persistono barriere nell’approccio educativo, con molti studenti concentrati su percorsi tradizionali. Internet, un’enorme fonte di conoscenza, spesso viene sottoutilizzata. Questo fenomeno è connesso all’educazione e alla mancanza di stimoli culturali, spesso relegati al passato. L’uso predominante dei social media limita la ricerca critica nel mondo digitale. Siamo chiamati a una spinta interiore per scoprire l’aspetto critico della sfera digitale. Nel contesto artistico, il movimento femminile digitale, rappresentato da talentuose artiste come Anna Maria Caballero e Sasha Styles, riflette un ritorno di referenze del passato in forme innovative. Le donne, storiche artefici di nuovi trend, ora emergono anche nell’ambito della nuova crypto Art, per esempio con le nuove possibilità che offrono gli Ordinals su Bitcoin, evidenziando la continua evoluzione artistica e tecnologica.”

TREVOR JONES The Architect, Satoshi Nakamoto, oil on FT and canvas, 2018

MICHAËL ZANCAN / Rifugio Digitale 2023. Courtesy DAW® Digital Artwork, Cinello.

FABRIZIO PLESSI / Digital Gold, 2023 (to be exhibited at ART DUBAI DIGITAL)

PER CHI TI CONOSCE MENO, VUOI RACCONTARE QUALE TUO PERCORSO PERSONALE TI HA PORTATO AD OCCUPARTI DI ARTE DIGITALE AI MASSIMI LIVELLI?

“Dal mio punto di vista, è stata un’incredibile coincidenza e un interesse che ho sviluppato durante il mio soggiorno a Londra, grazie alle connessioni casuali che ho fatto lì. Mi sono avvicinata a questa nuova forma artistica attraverso persone coinvolte nello sviluppo di sistemi e Smart Contract su blockchain. Questi fornivano agli artisti l’opportunità di creare opere d’arte digitali innovative. Considerando il mio coinvolgimento nel publishing e il mio lavoro presso la Tate, ho avuto esperienza con contratti e relazioni con artisti viventi o le loro eredità. La mia competenza pratica nell’esposizione e nella gestione di relazioni con gli artisti si è tradotta naturalmente nell’ambito degli Smart Contract, offrendo una forma di tutela per gli artisti nel formato digitale. Ho sostenuto questa sperimentazione collaborando con coloro che avevano competenze nello sviluppo software e nell’architettura su blockchain. Da questo punto, la mia curiosità è cresciuta, e ho iniziato a comprendere meglio i mezzi con cui gli artisti creano queste opere. Alcuni utilizzano approcci generativi attraverso la scrittura di codice JavaScript l’intelligenza artificiale, producendo opere basate su dataset e machine learning. Altri si concentrano sulla creazione diretta, disegnando digitalmente o modellando in 3D. Approfondendo questa materia, sono rimasta affascinata dalle enormi possibilità offerte. La varietà continua di nuovi software e tecniche, unite alla rapidità con cui si diffondono attraverso i social media, crea un ambiente in cui l’espressione artistica è incredibilmente libera e veloce. Ciò che avveniva storicamente nell’arte fisica in venti o trent’anni, consolidandosi come pioniere di un movimento artistico e influenzando quelli futuri, qui accade in pochi mesi o settimane. La scalabilità dei social media facilita questo processo. Seguire questi trend diventa quindi un’esperienza interessante, richiedendo un occhio attento per identificare gli artisti più stimolanti che comunicano non solo a livello tecnico, ma anche concettuale. Questo mondo è diventato per me una passione e, alla fine, anche un lavoro.”

SE TU VOLESSI DARE OGGI UN CONSIGLIO AD UN ARTISTA NFT QUALI SONO LE 3 COSE DA FARE E LE 3 COSE DA NON FARE?

“Domanda complessa, ma cruciale: pur non sostenendola, è fondamentale monitorare gli avvenimenti globali per comprendere il legame con lo sviluppo delle nuove tecnologie. La consapevolezza è essenziale, considerando il sistema in continua evoluzione. La connessione con altri professionisti del settore e la visibilità online, sebbene non  tutti apprezzino i social media, sono rilevanti. Una buona comprensione del sistema di comunicazione delle opere d’arte digitali va oltre la gestione di account popolati sui social; richiede la capacità di inserirsi in una specifica nicchia di interesse. La costanza e uno stile riconoscibile sono vitali, anche se la sperimentazione è ben accolta. Tra le cose che sconsiglio: evitare di concentrarsi solo sul marketing sui social è consigliato; è cruciale saper spegnere il cellulare e dedicarsi alla creazione artistica, leggere, visitare musei, approfondire la storia e la cultura, e visitare delle mostre. Viaggiare e assorbire culture straniere arricchisce il percorso artistico. Mantenere un equilibrio tra la chiusura personale e la connessione con il mondo è essenziale. Evitare di “vendersi” a chiunque è consigliato, poiché può compromettere la coerenza e la stabilità della carriera artistica. L’invito è a rimanere umili, coerenti e costanti nel proprio lavoro, quando possibile.”

 

UNO DEI PASSAGGI PIÙ IMPORTANTI IN ITALIA IN MERITO ALL’ADOZIONE DEGLI NFT COME FORMA D’ARTE È SICURAMENTE STATA LA BELLISSIMA MOSTRA DI PALAZZO STROZZI, LET’S GET DIGITAL, PUOI RACCONTARCI COME È NATA LA MOSTRA E QUALE È STATO IL FATTORE PIÙ DIFFICILE PER REALIZZARLA?

“La mostra presso Palazzo Strozzi rappresenta indubbiamente una pietra miliare significativa a livello italiano che ha portato visibilità a un universo prevalentemente virtuale in Italia, prima confinato più al web che al mondo reale. Le difficoltà incontrate, sebbene non abbiano rappresentato ostacoli insormontabili, sono emerse nella realizzazione fisica della struttura nel Chiostro. Tuttavia, queste sfide sono routine per Palazzo Strozzi. Personalmente, in qualità di curatrice, ho affrontato una particolare difficoltà nel collaborare con un team esperto, ma meno familiare con i mezzi tecnologici. Allestire una mostra con opere fisiche o digitali presenta sfide uniche, richiedendo competenze acquisite solo attraverso esperienza assidua. Considero l’intero processo un significativo miglioramento per tutti, una masterclass accelerata nell’apprendimento dei vari sistemi di gestione di una mostra focalizzata su monitor, led wall e installazioni video piuttosto che opere fisiche d’arte. In definitiva, è stata un’accelerazione di conoscenze nelle nuove tecnologie, apportando benefici sia al team che al museo.” Il mondo dell’arte internazionale NFT dimostra oggi, secondo me, di aver superato una prima fase naif, in cui molte volte i linguaggi artistici erano abbastanza elementari e molto spesso legati al mondo del gaming e dei meme, per inoltrarsi su territori con uno spessore anche storico più ampio, come la fotografia, la performance, l’arte concettuale.

GIUSEPPE LO SCHIAVO / (to be exhibited at ART DUBAI), Mare Fuori. 2023

SECONDO TE QUESTO PROCESSO DIVENTERÀ SEMPRE PIÙ MARCATO, OPPURE UNA CERTA “ANIMA” LUDICA DEGLI NFT RIMARRÀ SEMPRE PRESENTE ANCHE ALL’INTERNO DELL’ARTE NFT?

“C’è un aspetto dell’arte NFT, o come vogliamo chiamarla, crypto arte, legato ai certificati digitali, che non costituiscono propriamente un movimento artistico. In questa sfera persiste un approccio ludico, come nel caso dei ‘collectibles’ e di progetti come quello di Tom Sachs. Ad esempio, Sachs propone di viaggiare su un pianeta avendo un razzo, una navicella, una roccia e il pianeta stesso, aspetti che combinano un’espressione artistica con elementi di gamification. Questo approccio ludico è inevitabile, poiché il digitale ha radici nei giochi e nei videogiochi. Anche se la Realtà Virtuale (VR) è stata inizialmente impiegata nei training militari, la sua adozione su larga scala è avvenuta attraverso il gaming. L’industria del gioco è affezionata all’esplorazione di figure digitali e giochi, separandosi sempre più dal mondo artistico. Tuttavia, considerando come sono nate forme d’arte come la street art, inizialmente non intese come ‘Fine Art’, ma successivamente riconosciute come tali grazie al loro forte messaggio sociale e all’ampio pubblico coinvolto, potrebbe esserci spazio per un’evoluzione simile anche nell’ambito della crypto arte. Gli appassionati di videogiochi e l’atmosfera da sala giochi potrebbero trovare piacere nella collezione di quest’arte. Nonostante taluni considerino queste figure speculative con scarso valore artistico, è importante non sottovalutarne l’aspetto culturale e popolare. Molte persone coinvolte nell’acquisto e nell’apprezzamento dell’arte digitale hanno radici profonde nella cultura delle prime forme digitali, spesso legate ai videogiochi dagli anni ’90 in poi.” 

RIFERITO A QUANTO DETTO NELLA DOMANDA PRECEDENTE, CREDI CHE ANCHE IL COLLEZIONISMO IN AMBITO NFT DEBBA COMPIERE UN PERCORSO DI MATURAZIONI E TAGLIARE MOLTI LEGAMI CHE LO AVVICINANO ANCORA TROPPO AL MONDO DELLA SPECULAZIONE (ENDEMICO PER QUANTO RIGUARDA LE CRIPTOVALUTE)?

“Certamente, c’è ancora una certa dose di speculazione, ma nettamente inferiore rispetto al passato. Si sta delineando un pubblico interessato all’arte digitale, piuttosto che alla mera speculazione. Questa pratica è comune in qualsiasi forma artistica o mercato, inclusi immobili, azioni e arte fisica contemporanea, così come nella crypto arte. La peculiarità della crypto arte, legata alle criptovalute e alla facilità di acquisto/rivendita in pochi secondi, amplifica la visibilità e la volatilità. Confrontando con le case d’asta come Christie e Sotheby’s, si osserva una riduzione dei valori, indicando una maggiore attenzione al valore intrinseco delle opere d’arte piuttosto che alla speculazione.” 

 

NELLO SVOLGIMENTO DEL TUO LAVORO IN QUESTI ANNI C’È QUALCHE ARTISTA IN PARTICOLARE A CUI SEI RIMASTA PARTICOLARMENTE LEGATA? SE SÌ, PER QUALE MOTIVO?

“Ci sono vari artisti con i quali ho un dialogo quasi quotidiano perché condividiamo una visione comune riguardo all’evoluzione di questa corrente artistica contemporanea. L’assurdità è vivere all’interno di un movimento artistico diventato storia appena ieri, quasi preistoria nell’era digitale. Il dialogo con gli artisti è fondamentale per comprendere le dinamiche interne e gli sviluppi tra di loro. In Italia, mi vengono in mente Mattia Cuttini, Fabiano Speziari, il collezionista Token Angels e Federico Solmi. Ho un contatto molto stretto con loro poiché cerchiamo di esplorare ciò che accade intorno a noi. Collaboro anche con artisti all’estero, mantenendo un forte legame con la scena londinese, in particolare. Molti di loro continuano a viaggiare e a esporre all’estero, rendendo la scena molto dinamica, sia negli Stati Uniti che nell’estremo Oriente. Al momento, sono particolarmente connessa con la scena asiatica in Corea, dove sta emergendo il movimento della crypto arte, simile a ciò che stavamo sperimentando due anni fa in occidente. È affascinante come questo mondo possa connettere persone in tutto il mondo senza alcuna barriera. Seguire lo sviluppo di queste connessioni è davvero interessante.” Secondo Hans Ulrich Obrist, curatore tra i più importanti al mondo, il ruolo del curatore dovrebbe essere di aiutare in maniera proattiva il compimento del gesto creativo dell’artista rendendosi catalizzatore per la creazione di interconnessioni tra gli artisti e tra i vari ambiti della cultura.

SERENA TABACCHI / portrait. Foto di Ludovica Arcero ©

REFIK ANADOL / Machine Hallucination a Palazzo Cipolla durante Ipotesi Metaverso, 2023

QUALE DOVREBBE ESSERE SECONDO TE OGGI IL RUOLO DEL CURATORE NELL’ARTE CONTEMPORANEA NFT?

“Secondo la mia opinione, in questa fase storica, il ruolo del curatore è fortemente legato all’educazione, poiché è essenziale superare la barriera e i preconcetti che circondano il digitale. Ad esempio, oggi sto andando a visitare la fiera di Bologna, e già so che non troverò opere digitali in esposizione. Inevitabilmente, mi chiederanno: “Che fine ha fatto il digitale?” perché spesso ci si trova ad affrontare etichette come “Ti occupi di NFT, non sono più di moda, cosa fai ora?”. Questa situazione è assurda e denota un’ignoranza diffusa tra gli addetti del settore, che dovrebbero invece essere i primi a interessarsi a questo sistema. Pertanto, ritengo che il ruolo fondamentale del curatore oggi sia, all’80%, quello di educatore. Detto ciò, è importante che agisca anche come scudo per gli artisti, offrendo loro la possibilità di essere esposti e di rendere accessibili le loro storie a un pubblico che potrebbe non avere le competenze necessarie per comprendere questi strumenti. Nonostante questi strumenti siano utilizzati quotidianamente, spesso non siamo abituati a considerarli sotto un’ottica artistica, e questo ci impedisce di apprezzarli. Chiamarli arte ci spaventa, poiché l’arte ha per noi una connotazione quasi sacra, determinata dal nostro background storico. Negli Stati Uniti, questa percezione è più aperta a causa di differenti contesti storici, come in Asia. Quindi, c’è sempre un divario culturale legato alla storia di un Paese. In conclusione, ritengo che l’educazione rappresenti l’80% del ruolo del curatore, mentre il restante 20% è dedicato al supporto degli artisti e alla realizzazione di progetti, mostre sia in istituzioni che in gallerie, nel privato e nel pubblico. In ogni modo possibile, è essenziale educare e rendere accessibile l’arte digitale, attribuendole il valore che merita. Questo, a mio avviso, costituisce il grande compito dei curatori oggi. Spero che col tempo questa percentuale si equilibri di più, diventando un 50-50, ma credo che in questa fase sia ancora essenziale far capire di cosa stiamo effettivamente parlando e che il digitale non si limita a NFT o speculazione.”

QUESTO NUMERO DI THE ARTBOOK È DEDICATO ALLA DONNA, QUALI SONO STATE PER LA TUA CRESCITA LE FIGURE FEMMINILI CHE HANNO AVUTO UN IMPATTO PIÙ IMPORTANTE? E PERCHÉ?

“Sono stati numerosi gli uomini che hanno contribuito alla mia crescita in questo settore, riconoscendo in me la volontà di offrire un punto di vista diverso, al di fuori delle convenzioni legate a classe sociale, background o genere. Parlando delle donne, desidero menzionare il significativo lavoro in corso con Laura Andreini al Rifugio Digitale e Ursula Casamonti. Entrambe hanno aperto le porte della loro realtà a Firenze, e attualmente collaboro attivamente con loro. Dal punto di vista artistico, Marina Abramovic ha sempre suscitato il mio interesse e ispirazione, insieme ad altre straordinarie artiste come Cindy Sherman. I grandi nomi dell’arte contemporanea rappresentano per me dei pilastri, ma desidero evidenziare anche alcune galleriste a Londra, come le ex colleghe alla Tate: la Gazzelli ArtHouse, Ruth Catlow di Furtherfield, e Fanny Lakoubay, tutte focalizzate su Web3. Annka Kultys è un’altra gallerista londinese che considero amica e collega. Londra vanta una presenza più consistente di donne attive in questo settore, ma stiamo lavorando per promuovere una maggiore partecipazione anche qui in Italia. Tra le mie colleghe italiane, spicca la figura di Rebecca Pedrazzi, un’eccezionale insegnante, ricercatrice e storica dell’arte specializzata in A.I., una persona super supportive con cui è possibile realizzare progetti significativi. Teresa Emanuele è un’altra professionista di grande talento, che mi ha assistito nell’organizzazione della mostra “Ipotesi Metaverso” a Roma. Attualmente, lavora come project manager per mostre presso la Fondazione Terzo Pilastro, dimostrando di essere una forza della natura nel suo campo. Infine, non posso tralasciare di menzionare Fanny Borel, la direttrice del MAXXI L’Aquila, comefigura femminile di spicco nel panorama artistico.”

Articolo di Claudio Francesconi

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