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FACCE DA TEELENT: SIMONE BERRINI

Oggi parliamo dell'arte di:
Simone Berrini

Barba e capelli lunghissimi. Un aspetto leonardesco che lo rende immediatamente riconoscibile tra mille persone. Una presenza tanto imponente quanto sensibile. Pittore, grafico e musicista. Tre espressioni di un unico volto: quello dell’artista tout curt. La sperimentazione è la chiave del suo successo. Una sperimentazione che, per il gusto del sapere, ha utilizzato anche su sé stesso. «È stato un po' anche per curiosità̀, per vedere fino a che punto si sarebbe spinta. Ad alcuni si blocca dopo pochi anni mentre ad altri continua a crescere all'infinito come un vello di pecora. Ora so che la mia, raggiunto il basso ventre, si ferma.»

Stiamo parlando della sua barba, che però da questa primavera inoltrata non c’è più. Berrini ha mosso i suoi primi passi attraverso il fumetto e il disegno. Poi con l'inizio degli studi è arrivata la pittura e via via altre tecniche e altri mezzi. Per approcciare la pratica artistica si è dedicato anche al carboncino e alla fotografia.

Una delle sue peculiarità è dare un nome ai diversi progetti e dividerli in serie. Ciò permette anche all’uomo della strada di seguire la sua arte secondo una liturgia. Che non è detto sia la stessa dell’artista. Nel corso degli anni sono così nate, ad esempio, anomàli series, che raggruppa i dipinti realizzati per lo più̀ ad acrilico. Muss da jazz series con la tecnica del carboncino su carta. laPSICHEdiDELIA series in cui utilizza i pennarelli su cartoncino. O ancora huMONKEYnd che mette in relazione il mondo delle scimmie e dei primati con quello umano. Al momento, il suo unico progetto creativo è infatti la sperimentazione.

Dal punto di vista formale, la sua arte è un continuo mutamento. «Il fatto di portare avanti la mia ricerca utilizzando parallelamente diversi linguaggi consente una continua ossigenazione degli stessi e una loro crescita continua. Quando disegno mi capita ad esempio di passare interi mesi senza toccar pennello, ed è questa pausa a ridare vigore al dipingere nel momento in cui riprendo in mano la tavolozza.»

Questa sua iniziazione artistica con il fumetto e l’illustrazione ha dei rimandi anche nella serie ILLUSTRABSTRACTION. Opere presentate in periodo pre-pandemico nelle sedi espositive a Odense e Hvide Sande in Danimarca e a Praga. Individui che ricordano i figli di un’era post-nucleare abilitati a comunicare con il creato telepaticamente. «È un interessante lettura, e in gran parte vera. Sì tratta infatti di un linguaggio universale e non verbale fatto di emozioni, pensieri, timori. Un modo per rendere visibile graficamente ciò che non lo è nella realtà̀. Il tutto è trasposto nell'opera sotto forma di una sorta di bolle che fuoriescono dal corpo umano, il più̀ delle volte dalla fronte dei soggetti.»

Opere che nella loro forma più̀ pura nascono in momenti inaspettati. Raramente nello studio. Il disegno per Berrini è il modo più̀ veloce per imprimere fisicamente un concetto prima che voli via. Il risultato finale per lui è un non finito. Emerge un certo minimalismo grafico, giocato un po' tutto sul suggerimento di un dato volto e, forse ancor più sensato sarebbe parlar di corpo. La ricerca di un equilibrio tra parti iper dettagliate del volto e una gestualità̀ immediata e feroce che và a dichiarare attraverso pochi tratti, la presenza del corpo, di un muscolo piuttosto che di un braccio.

Simone Berrini è un artista esperto. Si muove con destrezza in un mondo i cui confini non sono mai del tutto ben delineati. Si interessa e indaga su temi e problematiche che ci riguardano, facendolo da una prospettiva inedita rispetto a ciò che già̀ fa parte del sapere comune. E se gli chiedi qual è il suo desiderio più grande, la risposta è nella divina speranza che non si esaurisca mai questa sua voglia d’indagare la vita attraverso la ricerca.

Una ricerca che lo ha portato a sconfinare anche nella musica. Un inizio che coincide con gli anni 90 attraverso del sano e ribelle punk. Parlando di influenze compare anche la musica in levare giamaicana, dal roots reggae sino al dub. Tra l’altro, una sua opera è stata selezionata ed esposta nel 2018 presso la National Gallery of Jamaica di Kingston in occasione dell’ultima edizione dell’Art of Reggae Exhibition.

Prima di partire per le terre nordiche ha condiviso con amici un’esperienza di full immersion creativa dal punto di vista musicale: 8project. Ne è nata un’autoproduzione di una serie di brani, ma soprattutto di lunghe sessioni di improvvisazione notturna per lo più̀ strumentale, dove la psichedelia ha sempre trovato terreno fertile. Attualmente il rapporto di Berrini con la musica è molto intimo.

Le sue ultime registrazioni risultano essere un po' come degli appunti. Pennellate di suono capaci di evocare attimi, luoghi e situazioni. La musica è, comunque, una costante della sua vita. Anche sotto forma d’arte dato che ha collaborato con diversi musicisti realizzando copertine e libretti. Tra gli album troviamo Hic Sunt Leones per Hierbamala.

Attualmente Simone vive a Odense in Danimarca. Paese che lo ha sedotto sentimentalmente, ma che gli ha permesso di esprimersi. Sono infatti quattro i progetti artistici accolti e finanziati da parte del comune danese in cui risiede: ODENSEmble (una parete di 30x3 metri nel centro cittadino,2017), OPENyourMONKEY (site specific wall painting,2018), DOreMINO (pittura murale per la MusikSkole,2019) ed ha appena portato a termine POSTcovidCARD (6 serie di cartoline atte a sensibilizzare sul tema della recente pandemia attraverso l'Arte, in collaborazione con la MusikBibliotek di Odense,2021).

Solo di una cosa Berrini si rammarica: della scarsa considerazione che molte volte viene rivolta all’artista. L'artista è, nel bene e nel male, quella figura che da sempre ha saputo descrivere i momenti più salienti della storia dell'umanità, l'orrore della guerra così come la grandiosità e l’opulenza di determinati periodi storici. Tutto ciò con il passare dei decenni diviene lo specchio di una società nell'immaginario collettivo. Da qui la scelta anche di collaborare con Teelent che promuove dando visibilità all'artista, rispettandone al tempo stesso il lavoro, ossia lasciandoli piena libertà di espressione e comunicazione.

LE OPERE DI SIMONE

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