ARTE, POESIA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Ross Goodwin, un pioniere della

creatività tecnologica


Viviamo in un'epoca davvero strana, in cui la tecnologia estrema si incrocia con la creatività umana, dando vita a personaggi fantastici che si muovono tra scienza dei dati, poesia, informatica e arte.


Questo è il caso di Ross Goodwin, uno scrittore americano convertito alla programmazione o, come si definisce lui stesso, tecnologo creativo, hacker e scrittore di scrittori. Come scrittore, Goodwin ha una carriera di tutto rispetto, avendo collaborato prima con Obama e la Casa Bianca come ghostwriter, e successivamente per il Tesoro, scrivendo lettere, proclami e discorsi. Tuttavia, il suo percorso personale e professionale cambia quando decide di imparare a programmare, portandolo a uno stadio successivo della scrittura: la scrittura di scrittori.

Nessuno aveva ancora sentito parlare di entità come ChatGPT o OpenAI quando nel 2016 Ross Goodwin ha avuto un'idea folle per l'epoca: creare un software in grado di generare una sceneggiatura cinematografica. Così è nato Sunspring, il primo film il cui copione è generato da un algoritmo a reti neurali. Il film è stato diretto da Oscar Sharp, con Thomas Middleditch nel ruolo principale, già famoso per la serie TV Silicon Valley prodotta dalla HBO a partire dal 2014. Sunspring è un breve film di fantascienza totalmente assurdo, e Ross Goodwin compare nel cast come "writer of writer", ovvero lo scrittore dello scrittore, colui che ha scritto il codice che ha generato il copione.

Ma il percorso di indagine nel mondo dell'Intelligenza Artificiale è appena iniziato per Goodwin. Nel 2018 ha collaborato al progetto artistico "Please Feed the Lion", un'installazione artistica a sfondo letterario situata nel cuore di Londra, a Trafalgar Square. Si trattava di un "Machine learning crowdsourced poem", un poema collaborativo scritto tramite machine learning. In quest’opera interattiva, la parte estetica, curata da un team di creativi, era rappresentata dalla scultura di un leone illuminato da mappature proiettate. Tuttavia, ciò che rende l'installazione davvero unica è il piccolo marchingegno inserito nella bocca del leone. Goodwin ha realizzato una piccola macchina in grado di ricevere parole in ingresso dal pubblico, che vengono poi elaborate dall'algoritmo per produrre un breve componimento poetico. Un leone che mangia parole e sputa poesie, un'intersezione tra poesia e informatica che verrà poi chiamata "Data Poetry". Pensare che fino a quel momento i concetti di informatica e poesia erano considerati tra i più lontani!

Goodwin è l'uomo dei paradossi e, in una frase illuminante, descrive una visione molto lucida e originale della creatività: "Nel XIX secolo, le persone pensavano che l'invenzione della fotocamera avrebbe ucciso la pittura, ma in realtà l’ha liberata. Quello che cerco di fare con il mio lavoro oggi è costruire una macchina che produce scrittura, in modo da rendere libera la scrittura stessa e gli scrittori". Un pensiero profondo che spiega come l'arte, a partire dal 1900, si sia definitivamente svincolata dalla mera rappresentazione della realtà, seguendo percorsi più innovativi e dando vita alle varie avanguardie che tutti conosciamo.

La Data Poetry diventa quindi il percorso centrale del viaggio creativo di Goodwin, che continua a sviluppare software e algoritmi capaci di creare componimenti in versi a partire da flussi di dati predeterminati e talvolta improvvisati. Diventa quasi un gioco il modo in cui l'artista invita gli utenti a fornire parole chiave da dare in pasto al software, che produce poi l'ennesimo poema scritto. 

Seguendo lo sviluppo del tema della poesia informatica, nel 2019 nasce un progetto tremendamente innovativo e affascinante: la 
Word Camera. Questa volta, il geniale creativo-tecnologo ha un'intuizione sbalorditiva: prendere una macchina fotografica vintage, hackerarla, smontarla per inserire al suo interno un piccolo computer. Lo scopo di quest’opera o ready-made, come l'avrebbe definito Duchamp, è quello di scattare una foto, analizzarla e, basandosi su quell'immagine, produrre un componimento in versi stampato sulla carta del piccolo rullo inserito nella macchina. Un'idea straordinaria! Ancora una volta, Ross è in grado di unire i due mondi, l'antico e l'ultratecnologico, il vintage e il futuribile, il calcolo e la poesia, rimixandoli e sublimandoli in un unico oggetto affascinante: la Word Camera. Goodwin viaggia orgoglioso, felice come un bambino che gioca con il suo giocattolo, fotografando panorami in attesa che il suo oggetto magico produca il suo "scontrino poetico". 


I progetti di Goodwin rappresentano un'enorme innovazione, specialmente considerando un mondo che deve ancora essere inondato da concetti come l'Intelligenza Artificiale e i metaversi. Tuttavia, c'è anche un alto livello culturale nel percorso di questo talentuoso artista e bizzarro programmatore, una forte impronta letteraria e un richiamo ai vecchi libri, come si può notare nel suo progetto "1 the road" del 2018. 

Il nome stesso richiama il libro di Jack Kerouac "On the Road", capolavoro dello scrittore fondatore della Beat Generation. In questo progetto performativo, l'artista immagina e realizza un viaggio da New York a New Orleans, in cui un dispositivo installato su un'automobile crea autonomamente un diario di viaggio sotto forma di poema, prendendo ispirazione dagli input sensoriali catturati lungo il percorso. 

Per realizzare questa straordinaria impresa, Goodwin riempie l'auto di sensori, come un microfono, un GPS e una videocamera, e li collega a un calcolatore che elabora suoni, immagini e altri tipi di input, generando uno streaming testuale poetico continuo, anch'esso stampato sul suggestivo rotolino di carta.
La macchina è in grado di mescolare in modo creativo tutto ciò che le viene dato in pasto, persino le recensioni geograficamente collegate al luogo che la vettura sta attraversando. Il risultato è il nuovo "On The Road" in una versione cyber-poetica, chiamata "1 the road", che si trasforma in una pubblicazione di 146 pagine. Google si interessa immediatamente al progetto e decide di produrlo come parte di Google Arts and Culture. 

Non sarebbe facile raccontare questa fusione tra arte e informatica, creatività e tecnologia, se non stessimo vivendo al massimo questi concetti nel nostro presente. Se c'è una figura che incarna questa strana unione postmoderna più di ogni altro, è a mio parere proprio Ross Goodwin, uno che ha anticipato questo trend in modo pionieristico. 

Goodwin si definisce "un artista al servizio della tecnologia creativa per gli artisti", ed è indubbiamente uno dei più originali esploratori dell'Arte Generativa, una forma di arte che abbraccia il concetto di automazione in modo multidisciplinare, dalla rappresentazione visiva a quella musicale, dalla poesia al cinema, come ci ha dimostrato in modo magistrale. Parliamo di un'arte figlia di un'epoca fluida, in cui creatori e utenti navigano nello stesso mare iper-comunicativo, in un mondo impregnato di dati iper-connessi attraverso una miriade di dispositivi che fanno parte della nostra quotidianità. E così l'artista o il creativo può semplicemente "spingere oltre il concetto di storytelling", portandoci in una nuova era in cui gli algoritmi si occupano della parte più faticosa. Ma non dobbiamo mai dimenticare: chi ha creato il creatore, chi ha scritto lo scrittore. 

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su di NOI..

..Un gruppo di creativi indipendenti che amano sognare ad occhi aperti. Persone del mondo che hanno consumato strade di inchiostro, colori, idee traducendole in “comunicazione”

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