Quando la passione diventa professione.
Più di dieci mila impianti di protesi fra anca e ginocchio, luminare della chirurgia mininvasiva, il dott. Augusto Palermo, responsabile di ortopedia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, oggi ci parla di un altro tipo di operazione. Una vita spesa tra la sala operatoria e i salotti dell’arte. Un’ossessione, come la definisce lui stesso, che lo ha visto mutare da collezionista a gallerista, e infine lo ha traghettato a Pietrasanta, dove attualmente vive e visita.
COME AVVIENE IL PASSAGGIO DA FRUITORE A GALLERISTA?
“Dopo un lungo periodo di attenzione al mondo dell’arte e al suo mercato, ho avvertito la necessità di fare qualcosa per gli artisti che non avesse una finalità commerciale; quindi, ho creato un’associazione culturale in cui ospitarli attraverso eventi e mostre. All’epoca mi sembrava che la figura del gallerista avesse un approccio più duro nei confronti degli artisti, e mi sono chiesto se ci fosse il modo di sostenerli senza un rapporto puramente commerciale.”
IN CHE SENSO?
“La galleria per promuovere un artista spesso condiziona il tipo di lavoro che deve svolgere, quante opere deve produrre all’anno e ne influenza pertanto la creatività. Così ho desiderato provare a uscire da queste dinamiche. Nel mondo dell’arte si rischia sempre di “pestare i piedi” a qualcuno, a prescindere. Per evitare di essere guardati con sospetto dal mondo del mercato dell’arte ho deciso allora di passare da associazione culturale a galleria, pur non perdendo la prima passione da collezionista.”
Peter Halley | White Prison
Augusto Palermo | Futura art Gallery
IL RAPPORTO CON GLI ARTISTI INVECE ERA COSTRUTTIVO?
“Dal momento che si instaura un rapporto puramente basato sulla passione, si rischia di scottarsi con il rovescio della medaglia. Rispondendo alla tua domanda, il rapporto con gli artisti è stato sempre stimolante e costruttivo pur con tutte le difficoltà del passaggio intermedio da associazione culturale a galleria. In conclusione, normare il rapporto con gli artisti è stata la naturale evoluzione di un percorso.”
COSÌ È NATA FUTURA ART GALLERY.
“Nasce da una fruttuosa collaborazione con Claudio Francesconi con il quale abbiamo ripreso il suo lavoro sull’arte cinetica che ad oggi è la nostra cifra identificativa. Questa corrente artistica è caratterizzata da un approccio dinamico e interattivo, che nasce tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 e vede la sua evoluzione nel costante mutamento dell’arte digitale. L’arte generativa rappresenta oggi la naturale evoluzione della “Opera Aperta” nata dal concetto di Umberto Eco con l’arte digitale. Negli anni ’60 abbiamo assistito al proliferare di gruppi artistico-culturali come il gruppo milanese T composta da Davide Boriani, Gabriele De Vecchi, Giovanni Anceschi, Gianni Colombo e Grazia Varisco. Mentre a Padova nasceva il gruppo N formato da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi. Tornando a Claudio, ricordo con simpatia il fatto di essere stato un suo collezionista, quando aveva la sua galleria. A lui ho affidato i consigli della mia collezione personale e l’evoluzione costante della Galleria Futura. Claudio Francesconi è ad oggi un punto di riferimento dell’arte digitale in Italia in quanto capo dipartimento NFT della casta d’asta Pandolfini di Firenze.”
COME VIVI OGGI DA GALLERISTA?
“Ragiono ancora troppo da collezionista. Quando compro un’opera d’arte che mi piace faccio fatica poi a privarmene. Per esempio alcune opere di Igor Mitoraj hanno segnato un periodo significativo e di profondo cambiamento della mia vita. Le sue opere hanno per me un valore come patrimonio emotivo più che economico.”
QUAL È LA DIFFERENZA AL DI LÀ DELL’ASPETTO PURAMENTE COMMERCIALE, TRA COLLEZIONISTA E GALLERISTA?
“Ci sono dei collezionisti addirittura più esperti della vita e della produzione di un artista, dei galleristi e dei curatori stessi. Credo fermamente che il collezionismo sia una forma di malattia, un’ossessione, ad esempio esistono quelli che collezionano solo un artista e di quell’artista appunto sanno tutto, più dei loro stessi parenti! Io mi colloco volentieri tra questi, ogni opera che acquisto ha sempre una sua storia: dove è stata comprata, come e perché. Le opere raccontano sempre un periodo storico della vita di ognuno di noi e a questo rimaniamo legati.”
QUANDO ACQUISTI UN’OPERA, SEI MOSSO DA UN IMPULSO CHE SODDISFA IL TUO GUSTO ESTETICO O UN INVESTIMENTO?
“La passione è la partenza! Si acquista mossi dal desiderio di possedere quello che ti piace, senza pensare al futuro commerciale di quell’opera. In un secondo momento inevitabilmente con l’esperienza si inizia a ragionare con una logica finanziaria. Accade quando si comprano opere più importanti di artisti affermati o storicizzati.”
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI?
“Certamente quando si parla di cifre più importanti si deve tener conto della storia dell’artista: anno di produzione dell’opera, soggetto, autentica, aspetti che condizionano la crescita o meno del valore di queste opere, presenza di un archivio, attività post mortem della galleria e della famiglia di quell’artista, una fondazione.”
AUGUSTO QUAL È L’ARTISTA CHE AMI DI PIÙ AD OGGI?
“Questa domanda non me l’aspettavo! Allora sicuramente oggi ti direi Anish Kapoor e Richard Serra.”
POSSIEDI DELLE OPERE DI QUESTI AUTORI?
“No, purtroppo no, costano troppo!”
Articolo di Beatrice Bortoluzzi