Opera Viva. Può un’opera essere composta da organismi viventi e mutare nel tempo?
ABOUT ME: Sono nata a Reggio Emilia e ho studiato presso il Liceo Artistico Gaetano Chierici, diplomandomi come Maestro d’Arte nella sezione “Oreficeria-Metalli” e specializzandomi in Scultura in Marmo.
Ho vissuto a Milano, lavorando nel campo dell’intrattenimento musicale ad alti livelli, ma nel 2008 sono tornata stabilmente in Emilia Romagna, a Nonantola, dove attualmente vivo e lavoro.
Ho esposto le mie opere in mostre collettive e personali, ottenendo premi e riconoscimenti nazionali, come il Paratissima Talents. Recentemente, mi sono interessata alla bioarte e alla biodiversità, iniziando un percorso di ricerca sulla micologia.
/ Cristina Barbieri
CRISTINA BARBIERI / M1/24, scultura in Micelio Stabilizzato e Aven, 16 x 23 cm, anno 2024 (dettaglio)
CRISTINA BARBIERI / Sogno”, particolare di cuscino in Lino cucito e sigillato a mano con filo d’oro, imbottito di licheni stabilizzati, piuma di quaglia, seme di acacia, Pleurotus ostreatus 40 x 40 cm.
COSA TI HA SPINTO A ORIENTARTI VERSO QUESTO ORGANISMO?
É stato lui a scegliere me e di questo gliene sarò sempre grata. Il mio lavoro è il risultato di quella che a tutti gli effetti è una vera e propria cooperazione, mai improvvisata, con un organismo vivente. Sfortunatamente questo aspetto passa spesso in secondo piano o del tutto inosservato. Non è una rappresentazione o riproduzione dei funghi in tutte le loro sfaccettature, per quello ci sono già in circolazione molteplici illustrazioni. Quello che faccio io, tutti i giorni, è tentare di intuire la linea da seguire osservando crescita, progressi e mutamenti del micelio ed i suoi carpofori, fotografarli, conciarne le pelli, e seguire le sporate, la polvere finissima costituita da spore, appunto. Micelio abita e vive lo spazio che abbiamo in comune e che ho deciso di adattare e plasmare a suo gradire; altresì, comunica e crea con me in un processo creativo a ciclo continuo molto affascinante. La sensazione, infatti, è quella di non essere interamente padrona di ciò che sto creando, quanto piuttosto quella di essere alle dipendenze di qualcuno o qualcosa che più semplicemente mi guida. Ho accettato il fatto che non ci siano regole, che tutto sia dinamico e mai uguale. Uso i sensi per entrare in connessione con loro, attraverso l’olfatto, il tocco, l’ascolto, l’osservazione e la degustazione. Sono una spettatrice di delizia e incanto. Con gesti rituali compiuti con intenzione, li chiamo affinché si rivelino a me fondendo i loro corpi sottili con le mie movenze, come in una danza la cui coreografia sprigiona energia creativa. In questo la magia, anch’essa un’arte, mi aiuta a tenere tutto unito.
COME SI LAVORA UN MATERIALE ORGANICO E QUALI SONO I SUOI LIMITI?
Per un artista lavorare con materiale organico comporta una serie di complicazioni e problemi di difficile gestione poiché non può decidere i tempi, spesso lunghi e snervanti, così come nemmeno schemi uguali e lineari, piuttosto cerca di orientarsi tra dubbi e perplessità, senza avere la certezza che il risultato corrisponda a ciò che si aspetta. In micologia soprattutto, nulla è mai certo e definitivo, ma è un continuo mutare. Imparare una tecnica è un conto, riuscire a gestire la materia un altro; padroneggiare questo tipo di elemento, diverso ancora. Qui si parla di mondi sensibili, di corpi vivi e occorre il giusto approccio. Anche per questo sto studiando per conseguire un attestato di micologo professionista. In un mondo in cui l’arte evolve costantemente e spinge i confini, un’artista si distingue per il suo approccio innovativo nell’utilizzo del micelio, la struttura radicale dei funghi. Abbracciando il mondo naturale nella sua pratica artistica, questa creatrice pionieristica ha sfruttato il potere dei funghi per creare opere d’arte viventi che affascinano gli spettatori e sfidano le tradizionali nozioni di arte. L’artista visionaria è Cristina Barbieri la cui fusione unica tra natura e creatività ha attirato l’attenzione e l’ammirazione del mondo dell’arte. Attraverso l’integrazione del micelio nel suo processo artistico, Barbieri ha aperto un mondo di possibilità che sfumano i confini tra arte, scienza e ambiente.
CRISTINA BARBIERI / Studio, particolare
COME ENTRA IL FUNGO NELLA TUA ARTE?
Quando pensiamo al fungo, siamo soliti riferirci alla parte che fuoriesce dal terreno, ovvero quella che mangiamo, se commestibile o che raccogliamo. Ma il fungo non è solo quello, che invece si chiama carpoforo, ossia l’organo riproduttore. Nel fungo è presente anche il micelio, la parte vegetativa che cresce nel sottosuolo. È composto da ife, strutture filamentose che ricordano la lana. Queste trasportano tutti i nutrienti affinché il fungo possa svilupparsi ed espandersi. In quanto organismi eterotrofi, i funghi non producono il proprio cibo tramite fotosintesi, ma assorbono nutrienti dall’ambiente circostante. Amo questa specie perché è in grado di stabilire connessioni; ha una sua coscienza; una capacità di apprendimento e memoria. È tra gli attori cruciali nell’ecologia del pianeta e partner ufficiale nel sostenere una biosfera funzionale. Attenzione però, può anche avere un lato molto oscuro.
Articolo di Beatrice Bortoluzzi