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GIOVANE E DONNA – Ecco com’è la voce dell’arte sui social

I social network stanno cambiando la narrativa dell'arte aprendo, così, la strada a nuove generazioni di artisti e appassionati d'arte.

Nel vivace e mutevole panorama dell’arte contemporanea, un fenomeno significativo sta prendendo forma: l’emergere delle divulgatrici digitali d’arte. Non amano il termine influencer e si tengono ben lontane dal fardello di essere equiparate a un critico d’arte. Ora si parla di content creator e di art sharer. Ma anche di art educator e al limite di digital art curator. Donne giovani, tra loro anche qualche maschietto, intraprendenti ed entusiaste stanno ridefinendo i confini della comunicazione artistica. Armate di passione, determinazione e una presenza dominante sui social network, stanno democratizzando l’arte, trasformandola in un bene accessibile a tutti e gender free, libero cioè da condizionamenti legati all’identità di genere. Tra le diverse nuove divulgatrici abbiamo chiesto a quattro delle più autorevoli un pensiero sul proprio approccio all’arte e come vivono la condizione femminile in questo settore. Le nostre quattro super eroine sono Benedetta di @artefacile, Camilla Bruni di @unacamillacontemporanea, Francesca Anita Gigli di @Likeitalians e Giusy Vena di @Lessisart. Un quartetto che coinvolge ogni giorno quasi 200.000 fruitori, nonché potenziali nuovi collezionisti. Benedetta, fondatrice del canale @benedetta.artefacilesi impegna a semplificare il linguaggio dell’arte. «L’arte è il prodotto tangibile della cultura umana e la cultura umana è per tutti» dichiara con convinzione. Benedetta si dedica a costruire ponti tra l’arte e il pubblico attraverso un dialogo aperto e partecipativo. La sua profonda curiosità nei confronti dell’arte diventa lo strumento per avvicinare il pubblico. Un risultato che ottiene enfatizzando aneddoti e curiosità sull’attualità artistica per dare ai suoi 100.000 follower e più, spunti interessanti da sciorinare durante aperitivi e cene o su cui riflettere in ritiro. 

BENEDETTA COLOMBOOPERATRICE CULTURALE E STORICA DELL’ARTE, SU @ARTEFACILE RACCONTA “L’ARTE FACILE E DIVERTENTE SPIEGATA PER TUTTI”

CAMILLA BRUNI / CREATOR DIGITALE E STORICA DELL’ARTE, FONDATRICE DI @UNACAMILLACONTEMPORANEA

GIUSY VENA / CREATOR DIGITALE E STORICA DELL’ARTE, SUO IL
CANALE @LESS.IS.ART

A seguire con i suoi 43.100 follower (ma quando leggerete questo articolo saranno molti di più, vale per tutte) segue Camilla Bruni, l’anima di @unacamillacontemporanea, uno dei volti femminili di Instagram capace di esplorare l’arte come strumento di espressione, ma anche di provocazione. «Solitamente, tendo a parlare di performance e operazioni irriverenti, provocatorie e fuori dagli schemi, non di rado ostili per chi non ama particolarmente o persino disprezza l’arte contemporanea: al limite tra arte e quella che alcuni utenti definirebbero spazzatura (per non dire altro)». Ecco perché come content creator, Camilla va oltre la semplice condivisione di contenuti per intraprendere un ruolo attivo nella formazione del discorso artistico. La scelta di ciò di cui parlare, spesso influenzata dalle logiche degli algoritmi, nasce dal fornire qualcosa di interessante da scoprire per «chiunque stia scrollando il feed tra un balletto e un tutorial». Dato che il successo non si misura dai numeri, ma dalle idee che si introducono, tra le nuove divulgatrici d’arte abbiamo deciso d’interpellare Francesca Anita Gigli deus ex machina di @LikeItalians. Amiamo questa giovane donna perché nel suo lavoro da amichevole divulgatrice di quartiere, come ama definirsi, porta alla luce «quegli artisti che sembrano soccombere dinanzi al bagliore di nomi estremamente inflazionati quali Van Gogh, Klimt […]. Cerco quindi di trovare opere meno abbaglianti e conosciute che possano raccontare qualcosa di altrettanto interessante». Ma nel farlo pone una condizione: «Amo lavorare di pancia, selezionando artisti che in quel determinato momento della mia esistenza mi raccontano ferocemente una storia» dice Francesca, illustrando come la sua passione sia alimentata da un’autentica curiosità e un desiderio di esplorare la varietà delle espressioni artistiche. A chiudere il cerchio delle content creator legate all’arte è Giusy Vena, ideatrice di @lessisart, spazio in cui si diverte a giocare tra ironia e rispetto per la tradizione. «Ho scelto il nome Less.is.art perché riflette la mia filosofia», afferma Giusy. 

 

«L’arte contemporanea dimostra che anche attraverso opere apparentemente semplici o con una bassa complessità tecnica si possono trasmettere concetti profondi e complessi». Sono convinzioni di questo genere a rendere l’arte contemporanea più attraente. Il suo canale cerca di adottare lo stesso approccio attraverso l’uso di un linguaggio fresco e per questo motivo capace di avvicinare le persone. «Perché meno complessità formale non significa meno valore artistico», un concetto che condividiamo totalmente! Queste divulgatrici hanno in comune uno struggimento per l’arte e la determinazione nel superare le barriere in un ambiente tradizionalmente dominato da figure maschili. Puntualmente Benedetta cita Linda Nochlin, storica dell’arte nonché femminista e decisamente una pioniera nel porre l’attenzione sulla (dimenticata) componente femminile che ha fatto la Storia dell’Arte. Ecco un estratto del suo pensiero contenuto nel saggio del 1971 intitolato “Perché non ci sono state grandi artiste”: «La situazione, nelle arti così come in un centinaio di altri campi, è sfavorevole, pesante e scoraggiante per chiunque non abbia avuto la fortuna di nascere maschio di razza bianca, preferibilmente dal ceto medio in su». 

FRANCESCA ANITA GIGLI SI DEFINISCE “AMICHEVOLE DIVULGATRICE DI QUARTIERE”, HA FONDATO @LIKEITALIANS

A più di cinquant’anni da questi scritti, una considerazione molto simile ci arriva anche da Camilla Bruni: «Ho (solo?) 26 anni e ho studiato su libri scolastici e universitari in cui i nomi di donne si contano sulle dita di una mano».” Non è un caso che le maggiori divulgatrici di arte contemporanea siano giovani donne. Questo segnala un cambiamento in atto nel mondo dell’arte, un movimento verso una maggiore equità e rappresentazione. «È ora di smetterla di considerare la donna solo come soggetto protagonista delle opere d’arte; è tempo che le donne –e non solo– facciano arte per parlare dei diritti e dei problemi delle donne», sottolinea una delle intervistate. Ma attenzione anche alle iniziative per promuovere la presenza delle donne in questo settore. «Talvolta rischiano di essere superficiali e di servire principalmente a scopi di immagine senza affrontare realmente le disuguaglianze strutturali», ricorda Giusy Vena. L’impatto di queste donne va ben oltre la semplice divulgazioneStanno trasformando la percezione dell’arte, specialmente tra le giovani generazioni, contribuendo a un cambiamento nella demografia degli appassionati d’arte e dei collezionisti. Le loro voci contribuiscono a un cambiamento culturale più ampio, promuovendo una visione dell’arte più diversificata e inclusiva. Questo perché l’inclusività è radicata nel loro pensiero. Tanto è vero che l’ideatrice di @unacamillacontemporanea si definisce lei per prima una persona genderless: «Non ho mai dato peso al genere delle artiste di cui parlo nei miei contenuti. Ho sempre trattato opere senza pensare se fossero state realizzate da uomini, donne o altro». Utilizzando piattaforme digitali per ampliare la portata dell’arte, queste professioniste coinvolgono un pubblico sempre più ampio e diversificato. La loro influenza si estende oltre la creazione e la condivisione di contenuti: esse stanno definendo nuove narrative nell’arte, incoraggiando una partecipazione più ampia e una maggiore consapevolezza critica tra il pubblico. Certo, la loro esposizione è sempre sotto la lente d’ingrandimento, ma alcune di loro, come Camilla Bruni ci gioca un po’: «D’altronde i commenti degli hater contribuiscono alla diffusione dei contenuti!». Le loro iniziative non si limitano al mero atto di divulgazione. Attraverso mostre, eventi e collaborazioni, queste donne stanno influenzando attivamente il panorama artistico. Esse aprono nuove strade, sfidando le convenzioni e introducendo prospettive diverse e innovative. La loro presenza e attività incoraggiano altre donne e ragazze a esprimersi artisticamente e a partecipare attivamente nel campo dell’arte.

Articolo di Matteo Dall’Ava

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