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I luoghi del contemporaneo

L’arte rivoluziona gli spazi ospedalieri con progetti come La Cura e la Bellezza, trasformando corridoi e sale d’attesa in gallerie d’arte, dove bellezza e cura si intrecciano per ispirare emozioni.

Da corsie d’ospedale a stanze espositive il passaggio avviene in un attimo. In quest’epoca, infatti, il museo prende le distanze dalla «soluzione tirata a cera che sa di tempio e di salotto» come amava definirlo Paul Valery, per diventare un posto dove studiare, incontrarsi, fare shopping e seguire conferenze. E di più: il museo si espande, esce dalle sue mura per andare incontro alla gente. Non è un caso che la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha promosso il progetto Luoghi del Contemporaneo per la mappatura e la promozione della rete dei luoghi dell’arte contemporanea in Italia.

LA CARRARA IN HUMANITAS A BERGAMO

Tra questi è doveroso inserire anche gli ospedali, luoghi in cui si cura il corpo non solo con la scienza, ma anche con l’arte. Era il 2018 quando gli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo accolsero 25 dettagli tratti dai capolavori della pinacoteca Accademia Carrara. Realizzati in maxi-formato a tutta parete, hanno inaugurato La Cura e la Bellezza – La Carrara in Humanitas: un progetto unico in Italia che ha portato 1200 metri quadrati di immagini

d’arte – dal Rinascimento all’Ottocento – nelle sale d’attesa e nei corridoi dei due ospedali Humanitas a Bergamo. Per la prima volta, i maestri del Museo come Botticelli, Bellini, Lotto, Canaletto, Moroni, Hayez sono usciti dalle sale e sono diventati ambasciatori della grande Pinacoteca cittadina incontrando pazienti, personale e visitatori dei due ospedali in un modo inatteso. Obiettivo de La Cura e la Bellezza è cambiare il modo di vivere l’ospedale, invitando il pubblico a un incontro inaspettato con l’emozione. Alla base del progetto, la sfida di Humanitas di raccontare e vivere in modo nuovo il DNA dell’ospedale – cura, innovazione, ricerca, università –, ma anche l’esperienza umana di fronte alla malattia.

BRERA IN HUMANITAS /

IL POLDI PEZZOLI IN HUMANITAS /

BRERA IN HUMANITAS, ROZZANO

Con lo stesso obiettivo, nel 2023 l’IRCCS, Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, ha realizzato il progetto Brera in Humanitas, 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca di Brera nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale. Ingrandimenti in maxi-formato, realizzati a partire da riproduzioni a 680milioni di pixel, per un totale di circa 400 metri quadrati di arte. Le pennellate sono, tra gli altri, di Bellotto, Campi, Crivelli, Piero della Francesca, De Pisis, Hayez, Lega, Lotto, Procaccini, Raffaello. Ancora una volta, la scelta dei dettagli da ingrandire in scala 1:36 (1 centimetro sul dipinto originale corrisponde ora a 36 centimetri sulla parete) si è focalizzata su gesti di cura, sguardi intensi e paesaggi, in un gioco di parallelismi tra l’arte come cura e la cura come arte. È così, ad esempio, che le delicate dita della donna che sorregge il Vaso di fiori di Hayez ricordano il gesto di un infermiere che sistema la flebo a un paziente.

IL POLDI PEZZOLI IN HUMANITAS A MILANO

È proprio parlando dei tanti volti dell’arte che, nel 2024, entra in Humanitas il Museo Poldi Pezzoli di via Manzoni a Milano: ai capolavori di 11 grandi autori – da Botticelli ad Hayez, dal Pollaiolo al Canaletto – si aggiungono gli orologi della più importante collezione di orologeria antica in Italia e ceramiche variopinte. Questi fiori all’occhiello del collezionismo del Museo Poldi Pezzoli fanno parte degli oltre 6000 oggetti simboli della cultura milanese. Novità che ricoprono 350 metri quadrati delle pareti in sale d’attesa e corridoi di Humanitas San Pio X, a Milano, l’unico ospedale del gruppo a ospitare un Punto Nascita e un Centro donna dedicato alla cura delle principali patologie femminili.

3 PROGETTI PIÙ 1: OPERE IN PAROLE, NEI REPARTI DI HUMANITAS A BERGAMO

L’ospedale è un luogo in cui il tempo può passare molto lentamente. Per questa ragione, dal 2020, gli scorci di cielo, i volti e gli sguardi delle opere d’arte sulle pareti dei reparti – 400 ulteriori metri quadrati negli ospedali Humanitas di Bergamo – hanno preso voce grazie al progetto Opere in Parole, con autori della cultura italiana che, ispirati dai dipinti, hanno scritto racconti, ricette, spartiti musicali e fumetti per essere vicino a pazienti e professionisti dell’ospedale, ma anche ispirarli a raccontare le proprie emozioni. Tutti questi contributi originali sono stati messi a disposizione in formato podcast su Spotify e fruibili grazie ai QR code posti sulle pareti rivestite d’arte e distribuiti in libretti nei reparti. Tra l’altro, Opere in Parole è ancora disponibile e considerato le personalità che hanno prestato le voci, rimane uno dei podcast dedicati all’arte meglio eseguiti. Tra loro si possono ascoltare Dora Albanese, Marco Baliani, Oliviero Bergamini, Marco Bianchi, Bruno Bozzetto, Lella Costa, Paolo Fresu, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Michela Murgia e Andrea Renzi. Il dodicesimo racconto è di una persona del servizio accoglienza dell’ospedale, Giovanna Mennillo, vincitrice del concorso letterario interno del 2020, il cui lavoro è stato interpretato per il podcast da Alessio Boni.

LA CARRARA IN HUMANITAS /

IL POLDI PEZZOLI IN HUMANITAS /

A FIANCO DI MEDICI E INFERMIERI DURANTE LA PANDEMIA

Nella primavera 2020, le immagini de La Cura e la Bellezza, sono state testimoni della grande emergenza legata al Covid-19. In silenzio, hanno accompagnato medici e infermieri durante i lunghi mesi di lotta a Bergamo. Anche in Terapia Intensiva, dove i pazienti possono ammirare la veduta del Canal Grande da Ca’ Foscari verso il ponte di Rialto di Canaletto. La bellezza dell’arte è stata partecipe silenziosa dei momenti di dolore e fatica, ma anche veicolo di supporto e cura per operatori sanitari e pazienti. Come racconta il dottor Giovanni Albano, direttore del Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva di Humanitas Gavazzeni: «Al termine di una notte tremenda, come tante abbiamo vissuto, durante i mesi peggiori del 2020, un mio collega mi dice: “queste immagini sulle pareti aiutano, mi hanno dato conforto, mi hanno fatto sentire meno solo, spero non le tolgano mai più”. E lì ho capito la loro forza curativa per noi, ma anche per i pazienti. Credo, infatti, che quel quadro dia loro una nuova spinta a lottare. Spesso giriamo il letto verso quella parete per lasciarli immaginare il giorno in cui torneranno a Venezia. E in questo sogno, che tutti noi ci auguriamo e lavoriamo per rendere reale, sono convinto che riescano a trovare una motivazione in più per combattere e guarire».

LA PARTECIPAZIONE E IL COINVOLGIMENTO DI MEDICI, INFERMIERI E STAFF DEGLI OSPEDALI

Particolarità dei progetti La Cura e la Bellezza è il criterio di scelta dei dettagli artistici da ingrandire e posizionare in ospedale, realizzata con attenzione attraverso il dialogo tra medici, infermieri e guide dei Musei cittadini. Un dialogo facilitato dall’expertise del direttore artistico, Daniele Lupo dell’agenzia Lungomare. L’eccezionalità del progetto? La partecipazione dei professionisti degli ospedali che si sono messi in gioco per formarsi sulla storia dell’arte, grazie alle guide dei Musei partner, e diventare a loro volta guide per colleghi e visitatori.

Articolo di Beatrice Bortoluzzi | Matteo Dall’Ava

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