Nel panorama economico attuale, le imprese sono chiamate a ripensare il loro ruolo non solo come motori di crescita economica, ma anche come promotori di valori culturali e sociali.
L’Italia, con il suo immenso patrimonio artistico e culturale, offre alle aziende l’opportunità unica di coniugare l’interesse economico con il sostegno alla cultura. Due strumenti emergono come soluzioni di grande interesse in questo ambito: l’Art Bonus e le sponsorizzazioni culturali. Pur differenti nelle modalità operative e nei vantaggi fiscali offerti, entrambi condividono l’obiettivo di sostenere la cultura e il patrimonio artistico del nostro Paese, per offrire alle aziende l’occasione unica di associarsi a valori di prestigio, reputazione e responsabilità sociale. Ha fatto luce su questo aspetto il Patto per le Arti, un progetto ambizioso presentato il 28 febbraio 2024 dal MA*GA di Gallarate in collaborazione con Confindustria Varese. Un vero e proprio documento strategico che si propone di rafforzare il legame tra il mondo imprenditoriale e quello culturale, per favorire un modello di crescita sostenibile e responsabile. A illustrare le potenzialità dei due strumenti sono intervenuti il commercialista Davide Trotti e Lucia Steri, responsabile della comunicazione Art Bonus per Ales Arte Lavoro e Servizi Spa, la società in house del Ministero della Cultura incaricata di gestire il portale governativo e promuovere l’Art Bonus.
L’ART BONUS: UN SOSTEGNO AL MECENATISMO MODERNO.
L’Art Bonus, istituito con la Legge 83/2014, rappresenta una vera rivoluzione nel campo del mecenatismo culturale. Questo strumento consente a cittadini e imprese di effettuare donazioni liberali a favore della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale pubblico, beneficiando di un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato, da ripartire in tre quote annuali. Secondo Lucia Steri “il successo della norma risiede nella sua semplicità e accessibilità: il mecenate, che può essere una persona fisica, un ente non commerciale o un’impresa, deve semplicemente effettuare una donazione tracciabile e conservare la ricevuta per godere del beneficio fiscale”. ALES gioca un ruolo cruciale in questo contesto, fungendo da osservatorio per gli investimenti nella cultura e promuovendo la conoscenza dell’Art Bonus su tutto il territorio nazionale. Dal 2015, ha contribuito a semplificare l’accesso alle agevolazioni fiscali, facilitando il coinvolgimento dei privati nel sostegno alla cultura come bene comune. “Favorire gli investimenti privati nella cultura significa realizzare un interesse collettivo”, aggiunge Steri, sottolineando l’importanza di questo meccanismo nella valorizzazione del patrimonio culturale pubblico.
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PATTO PER LE ARTI | Andrea Cassani (a sinistra) e Roberto Grassi, Presidente di confindustria Varese
SPONSORIZZAZIONI CULTURALI: UN INVESTIMENTO CON RITORNO D’IMMAGINE.
Le sponsorizzazioni culturali, regolate dal Codice dei Beni Culturali del 2004 e dal Codice Appalti del 2016, offrono alle aziende un’opportunità differente di supporto alla cultura, con un’impostazione più orientata al ritorno pubblicitario. A differenza dell’Art Bonus, che prevede solo contributi in denaro, le sponsorizzazioni possono essere realizzate anche attraverso beni e servizi, configurandosi così come sponsorizzazioni tecniche o miste. Dal punto di vista fiscale, i costi sostenuti per la sponsorizzazione sono interamente deducibili dal reddito d’impresa al pari delle spese di pubblicità. Davide Trotti, commercialista dello Studio Trotti, evidenzia: “La sponsorizzazione è uno strumento che prevede una controprestazione, come la visibilità del marchio aziendale associato all’iniziativa culturale. Questo richiede una fatturazione e l’applicazione dell’IVA, ma consente una deducibilità totale dei costi dal reddito d’impresa”. La sponsorizzazione culturale, quindi, si configura come un vero e proprio investimento pubblicitario, dove l’impresa ottiene un ritorno d’immagine diretto, potendo associare il proprio brand a progetti di elevato valore culturale.
QUALE SCEGLIERE?
La scelta tra Art Bonus e sponsorizzazione culturale dipende in larga misura dagli obiettivi dell’impresa e dal tipo di ritorno che essa desidera ottenere dal proprio investimento. Se l’obiettivo primario è ottenere un significativo beneficio fiscale e contribuire al patrimonio culturale senza necessità di un immediato ritorno d’immagine, l’Art Bonus rappresenta la soluzione ideale. Questo strumento, infatti, offre un alto grado di flessibilità e semplicità amministrativa, consentendo all’azienda di identificarsi come mecenate moderno, legato ai valori della sostenibilità, della partecipazione civica e della responsabilità sociale. D’altra parte, se l’impresa desidera coniugare il supporto alla cultura con un chiaro ritorno d’immagine, visibilità e associabilità diretta del brand al progetto, la sponsorizzazione culturale potrebbe essere la scelta più strategica. “Le sponsorizzazioni permettono di associare direttamente il marchio dell’impresa all’evento o al progetto culturale sponsorizzato, aumentando così la notorietà e la percezione positiva del brand presso il pubblico”, sottolinea Trotti. Inoltre, il nuovo Codice degli Appalti ha semplificato le procedure di selezione dello sponsor, rendendo questo strumento ancora più accessibile alle aziende di ogni dimensione. È importante notare che le aziende non devono necessariamente limitarsi a uno dei due strumenti. È infatti possibile combinare l’Art Bonus e la sponsorizzazione culturale, ottenendo così il massimo dai vantaggi offerti da entrambi i meccanismi. Questo mix consente all’impresa di usufruire del significativo credito d’imposta dell’Art Bonus, mentre allo stesso tempo beneficia della visibilità garantita dalla sponsorizzazione. “Un’azienda può intervenire con certe finalità attraverso uno strumento di sponsorizzazione, presupponendo un ritorno d’immagine, e allo stesso tempo utilizzare l’Art Bonus per un contributo di liberalità legato ad altri progetti culturali”, evidenzia Trotti. Questo approccio combinato permette di personalizzare il sostegno alla cultura in base alle specifiche esigenze strategiche e comunicative dell’impresa, massimizzando al contempo l’impatto sociale e il ritorno economico.
PATTO PER LE ARTI | MAGA, evento con il sindaco di Gallarate
UN APPELLO ALLE AZIENDE: INVESTIRE NELLA CULTURA È INVESTIRE NEL FUTURO.
Sia l’Art Bonus che le sponsorizzazioni culturali rappresentano strumenti potenti e complementari per le imprese che vogliono lasciare un segno positivo nella società e rafforzare il proprio brand attraverso la cultura. Come evidenziato da Steri, “l’Art Bonus ha già raccolto quasi 900 milioni di euro in dieci anni, ma c’è ancora un grande potenziale inesplorato, soprattutto tra le imprese”. In un momento storico in cui la cultura necessita di sostegno per preservare e valorizzare il nostro patrimonio artistico, ogni azienda ha l’opportunità di fare la differenza. Investire nella cultura non è solo un atto di generosità, ma un investimento nel futuro, capace di restituire valore in termini di reputazione, visibilità e benessere sociale. Le aziende che scelgono di abbracciare queste opportunità non solo contribuiranno al bene comune, ma costruiranno anche un’immagine solida e responsabile, che risuonerà positivamente sia presso i consumatori che all’interno del proprio contesto imprenditoriale. Il “Patto per le Arti” rappresenta un passo importante in questa direzione, promuovendo una sinergia tra il mondo culturale e quello industriale, in un’ottica di crescita sostenibile e condivisa.
Articolo di Matteo Dall’Ava