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L’ART ADVISOR – L’ARTE DI DARE UN CONSIGLIO

Dal caso Rybolovlev - Bouvier all'etica dell'art advisor, esploriamo il ruolo dei consulenti d'arte e come scegliere i migliori professionisti.

Quando si parla di art advisor, non ci si aspetterebbe di trovarsi davanti a una storia da milioni di dollari e anni di cause legali in tutto il mondo. Eppure, il caso tra Dmitry Rybolovlev, miliardario russo e proprietario della squadra di calcio AS Monaco, e Yves Bouvier, un art dealer svizzero, è probabilmente uno degli scandali più noti nel mercato dell’arte. Per ben nove anni, i due si sono affrontati in tribunali di varie giurisdizioni, con Rybolovlev che accusava Bouvier di aver gonfiato il prezzo di 38 opere d’arte di alto profilo, facendogli pagare oltre 2 miliardi di dollari per pezzi che, secondo Rybolovlev, valevano molto meno. La storia inizia quando Rybolovlev, desideroso di espandere la sua collezione d’arte, si affida a Bouvier come intermediario e consulente. Bouvier, però, si è difeso affermando di non essere mai stato formalmente un art advisor, ma un venditore libero di stabilire i prezzi che voleva. Rybolovlev, convinto di essere stato truffato, ha intentato causa contro Bouvier in diversi Paesi, tra cui Monaco, Ginevra e Singapore. Tuttavia, le corti hanno progressivamente concluso che non c’erano sufficienti prove per un processo penale, portando infine a una risoluzione confidenziale tra le due parti nel dicembre 2023. Questo caso ha sollevato una questione centrale nel mondo dell’arte: quale responsabilità ha un art advisor e quanto è trasparente questo settore?

DMITRY RYBOLOVLEV / 

CLARICE PECORI GIRALDI /

IL RUOLO DELL’ ART ADVISOR: UN PROFESSIONISTA NON REGOLAMENTATO

Il caso Rybolovlev-Bouvier mette in luce una realtà poco conosciuta: la professione dell’art advisor non è regolamentata in molti Paesi, inclusa l’Italia. Questo significa che, tecnicamente, chiunque può definirsi art advisor, senza che vi sia un obbligo di formazione o certificazione professionale. Non esiste un albo professionale o un esame di stato che definisca chi può operare come tale. Questo vuoto normativo apre la porta a possibili conflitti di interesse e pratiche poco trasparenti. Proprio per ovviare a queste carenze, l’APAA (Association of Professional Art Advisors) è una delle poche istituzioni internazionali che cerca di stabilire standard di qualità e trasparenza per chi esercita questa professione. L’associazione, fondata nel 1980, ha una missione chiara: garantire che i suoi membri forniscano consulenza imparziale e professionale, proteggendo gli interessi dei collezionisti e garantendo l’integrità nelle transazioni. Gli art advisor che fanno parte dell’APAA devono rispettare un codice etico rigoroso, che proibisce conflitti di interesse, ad esempio agire come venditori di opere d’arte mentre si offre consulenza ai clienti.

 

LA MISSION E IL CODICE ETICO DELL’APAA

Tra i punti salienti del Codice Etico ci sono la trasparenza nei compensi, l’obbligo di agire esclusivamente nell’interesse del cliente e l’assoluta imparzialità nella valutazione delle opere d’arte. Un art advisor dell’APAA, infatti, non può guadagnare commissioni sulle vendite di opere consigliate al cliente, un aspetto essenziale per evitare conflitti di interesse simili a quelli del caso Rybolovlev-Bouvier. Per entrare a far parte dell’APAA, un art advisor deve avere almeno cinque anni di esperienza verificata nel campo, dimostrare una conoscenza approfondita del mercato e sottoporsi a un rigoroso processo di selezione. Una volta accettati, i membri sono soggetti a verifiche periodiche per garantire che rispettino gli standard etici dell’associazione.

CLARICE PECORI GIRALDI: ESEMPIO ITALIANO DI ECCELLENZA

Nel panorama italiano, una delle figure più rispettate e riconosciute è Clarice Pecori Giraldi, l’unica art advisor italiana invitata a far parte dell’APAA. Con una lunga carriera alle spalle, Clarice ha lavorato nelle sedi italiane di due delle più grandi case d’asta al mondo: Sotheby’s e Christie’s. Dopo aver lasciato il mondo delle aste, ha fondato la sua società di consulenza, diventando una delle voci più autorevoli nel mercato dell’arte. Clarice Pecori Giraldi ha seguito da vicino alcune delle collezioni private più importanti d’Italia e ha lavorato con istituzioni culturali di alto profilo. La sua esperienza e il suo impegno per l’integrità e la trasparenza l’hanno resa un modello per chi cerca di capire come operare nel mondo del collezionismo artistico, dimostrando che è possibile essere sia consulenti altamente professionali che figure di riferimento per l’arte contemporanea e antica.

CLARICE PECORI GIRALDI /

COME SCEGLIERE IL GIUSTO ART ADVISOR

Il caso Rybolovlev-Bouvier e l’illuminante esperienza professionale di Clarice Pecori Giraldi ci insegnano lezioni cruciali su come approcciare la scelta di un art advisor. Evitare brutte sorprese richiede infatti di seguire una serie di passi ben definiti, che possono fare la differenza tra una consulenza fruttuosa e un’esperienza negativa. In primo luogo, è essenziale controllare attentamente le credenziali del consulente. Affidarsi a un professionista che sia membro di un’organizzazione come l’APAA (Association of Professional Art Advisors) rappresenta una garanzia di serietà. Un altro elemento chiave riguarda la trasparenza nei compensi. Fin dalle prime conversazioni, un art advisor serio dovrebbe chiarire come verrà remunerato. Le modalità possono variare: la retribuzione potrebbe essere oraria, su base fissa o calcolata come percentuale sul valore dell’opera. Tuttavia, è cruciale che non ci siano commissioni nascoste o incentivi non dichiarati, che potrebbero compromettere l’integrità della consulenza. Un buon indicatore di professionalità è poi l’esperienza documentata del consulente. Un professionista degno di fiducia dovrebbe essere in grado di fornire un portfolio di casi di successo e clienti soddisfatti, disposti a dare referenze. Questo è un elemento che non va mai sottovalutato, poiché testimonianze di terzi sono tra i segnali più affidabili della qualità del lavoro svolto. Infine, è importante considerare la specializzazione del consulente. Ogni art advisor ha una competenza particolare, e scegliere quello giusto dipende anche dal tipo di opere d’arte che si desidera acquistare o collezionare. Che si tratti di arte contemporanea, classica o delle più moderne espressioni digitali come gli NFT, è essenziale che l’advisor abbia esperienza diretta in quel settore, per poter offrire un servizio su misura e davvero efficace.

GUARDANDO AL FUTURO DEL COLLEZIONISMO D’ARTE

Il mercato dell’arte è un mondo affascinante ma pieno di insidie. La scelta di un art advisor non dovrebbe mai essere presa alla leggera, soprattutto in un settore dove i confini tra arte e finanza sono sempre più sfumati. Dai prossimi numeri, inizieremo a intervistare alcuni degli art advisor più accreditati, sia a livello italiano che internazionale, per scoprire i segreti del loro mestiere e come navigare con sicurezza nel mondo dell’arte.

Articolo di Matteo Dall’Ava

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