NADIA AULETA

Il mondo sottomarino attraverso il Gyotaku

La tradizione giapponese non finirà mai di stupirmi con la sua ritualità millenaria capace di passare indenne la storia e affacciarsi al presente senza nemmeno una ruga.

A quanto pare non sono l’unico a pensarla in questo modo visto il numero di artisti su tutto il globo che si adoperano per portare avanti con la propria arte il Gyotaku.
Tra loro, c’è Nadia Auleta, una delle più importanti figure artistiche italiane a fare uso di questa arte. Il Gyotaku, infatti, è una tecnica pittorica giapponese che utilizza i pesci come se fossero degli stampini o matrici per creare stampe dettagliate: "La scoperta del Gyotaku è avvenuta un po’ per caso gironzolando sul web, mi sono innamorata dapprima delle carte utilizzate come supporto. Tutte carte fatte a mano appartenenti al gruppo delle Washi paper, e poi della tecnica. Insieme al mio compagno, Raul Orvieto, scultore di pesci, cercavamo un modo di rappresentare gli abitanti del mare con tecniche meno conosciute" racconta Nadia.
Il termine Gyotaku è la crasi di Gyo-pesce e Taku-sfregamento. Questa tecnica pittorica era usata dai pescatori giapponesi, tra la fine del ‘700 e i primi dell’800 per onorare e tenere memoria delle prede speciali pescate. Si trattava, inoltre, di una prima forma rudimentale di catalogo col quale andare al mercato e abbattere le problematiche logistiche come evitare inutili spostamenti del pescato data l’impossibilità di mantenere una catena del freddo.
In maniera molto pragmatica, questi pescatori pensarono di utilizzare il nero di seppia che avevano a bordo come un vero e proprio inchiostro e la comune carta di riso per realizzare le stampe. Altro materiale fondamentale per la buona riuscita di ciascuna opera è proprio la carta. “Ho fatto diverse ricerche e diverse prove” spiega Nadia, “alla fine ho optato per la realizzazione delle mie opere la carta di gelso asiatico, chiamata Kozo.” Questa carta, difatti, è nota per la sua capacità di assorbire l'inchiostro e catturare i dettagli in modo accurato. Per quanto riguarda i colori, ancora oggi diversi artisti lavorano saltuariamente con il nero di seppia, anche se la prevalenza utilizza il Sumi ink, il famoso inchiostro di china giapponese. Si trova in bastoncini solidi da sciogliere accuratamente con poche gocce d’acqua in un caratteristico recipiente. Una tradizione nella tradizione a cui Nadia non ha potuto sottrarsi: "Amo lavorare con l'inchiostro Sumi perché ha una profondità e una lucentezza uniche."

Nel Gyotaku Nadia riesce a convogliare tutta la sua espressività dando al pesce sempre il ruolo di soggetto principale. Ogni specie ha la sua unicità e soprattutto tridimensionalità, quindi la scelta del soggetto diventa fondamentale per lei: "Mi piace selezionare i pesci che hanno caratteristiche visivamente interessanti e distintive."

Il processo di creazione di Nadia inizia con la cattura dei dettagli del pesce attraverso la fotografia. Successivamente, applica l'inchiostro Sumi sulla superficie del pesce in modo delicato. In seguito "posiziono la carta sopra il pesce e, con un leggero tocco delle mani, faccio aderire la carta alla sua superficie, creando così la stampa."
L'approccio artistico di Nadia richiede abilità e precisione per riprodurre le superfici e le pelli dei pesci in modo realistico. "Ogni pesce presenta sfide uniche che richiedono una grande attenzione ai dettagli." Ogni lavoro nella pratica rappresenta una sfida perché si tratta di lavorare con pesci veri, ciascuno dei quali ha una tridimensionalità diversa e una risposta all’inchiostro che cambia a secondo della pelle. “Ci sono pesci che possono aiutarti di più e altri, invece, che sono una vera e propria impresa come il pesce Balestra” spiega Nadia, “ecco con lui non è stato affatto semplice perché ha la pelle che sembra cuoio.” Tuttavia, la soddisfazione nel completare un'opera di successo è gratificante per l'artista e stimola il suo desiderio di continuare a sperimentare e migliorare le sue tecniche soprattutto quando sono gli stessi clienti a dirle che le sue creature sembrano realmente muoversi nell’acqua.
Tra queste rientrano senza dubbio le opere realizzate con gli octopus. “Il polpo è di per sé fantastico, ma quando i clienti riconoscono la naturalezza dei movimenti attraverso il perfetto posizionamento dei tentacoli, allora so di aver raggiunto il mio obiettivo.” Una volta realizzata la stampa di base, aggiunge ulteriori dettagli e sfumature con l'uso di un pennello, conferendo così un tocco personale alle sue opere.



Nadia ha fatto un passo in più perché ha ampliato la sua pratica artistica nel Gyotaku introducendo anche altre tecniche pittoriche. “In Italia, siamo un ristrettissimo gruppo di artisti a praticare professionalmente la tecnica del Gyotaku. Io sono l’unica pittrice che utilizza anche la foglia d’oro per arricchire i dipinti ed esaltare le forme dei pesci. Credo che ciò sia un’evoluzione della tecnica; una novità che rispecchia appieno i canoni stilistici dell’arte orientale. Questo mi gratifica molto, perché è apprezzata dal pubblico e dai miei clienti.” Inoltre, ha incorporato la pittura acrilica per interpretare i fondali marini. "Mi piace esplorare nuovi modi di presentare la varietà e la bellezza dei pesci, cercando di stupire gli spettatori con nuove interpretazioni."
Come ogni opera d’arte, anche i gyotaku di Nadia Auleta hanno diversi livelli di lettura. Il primo è sicuramente la rappresentazione di creature marine. Ed proprio questa immagine così nitida e chiara a trasmettere un messaggio più profondo. Ogni stampa di pesce realizzata da Nadia racconta una storia unica e solleva questioni sulla relazione tra l'uomo e il mare.


"Attraverso le mie opere, cerco di suscitare consapevolezza sull'importanza della conservazione dei nostri oceani e della fauna marina." Proprio attraverso l'uso del Gyotaku, Nadia crea una connessione intima tra l'arte e la natura. Le sue stampe dettagliate permettono agli spettatori di apprezzare la bellezza e la complessità dei pesci, incoraggiando una maggiore comprensione e rispetto per il regno marino. "Spero che le mie opere ispirino le persone a esplorare il mondo sottomarino e ad adottare comportamenti più sostenibili per proteggere l'ecosistema marino." L’aspetto più importante e forse più scontato, infatti, è la scelta del pescato che nell’arte di Nadia deve rispondere a una caratteristica fondamentale. “Per me, racconta l’artista, è importante attenermi alla stagionalità.”
Nadia Auleta, con la sua dedizione e maestria nel Gyotaku, ha creato un corpo di opere d'arte uniche e suggestive. Le sue stampe di pesce, realizzate con pazienza e cura per i dettagli, sono un riflesso del suo profondo amore per la natura e della sua abilità nell'esplorare nuovi modi di esprimere la sua visione artistica. "L'arte è il mio modo di comunicare e di condividere la mia connessione con il mondo marino" afferma lei stessa. Attraverso la fusione di tradizione e innovazione, Nadia Auleta si è affermata come una talentosa artista nel campo del Gyotaku. La sua dedizione nel rappresentare la bellezza e la fragilità dei pesci e dei mari, insieme al suo impegno per la conservazione ambientale, fanno di lei una figura ispiratrice nel mondo dell'arte contemporanea. "Spero che il mio lavoro possa spingere le persone a riconsiderare la loro relazione con il mare e ad adottare azioni che promuovano la sua preservazione."
In conclusione, il Gyotaku di Nadia Auleta è un'arte che va oltre la mera rappresentazione, trasmettendo emozioni, connessione e un messaggio di conservazione. Le sue opere dettagliate e suggestive ci invitano ad apprezzare la bellezza e la delicatezza del regno marino e ci spingono a riflettere sul nostro impatto sull'ambiente. Nadia ci ispira ad agire in modo responsabile per preservare il fragile equilibrio degli habitat acquatici che siano oceani, mari, laghi o fiumi e delle creature che li abitano.

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..Un gruppo di creativi indipendenti che amano sognare ad occhi aperti. Persone del mondo che hanno consumato strade di inchiostro, colori, idee traducendole in “comunicazione”

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