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PERCHE’ SI DICE NATURA MORTA

Anche tu, tra pochi secondi, dirai no, non è vero. Tu, che fin da piccino o piccina ti sei chiesto perché un quadro con della frutta e poco più si chiamasse Natura Morta. Vero? Eppure, a volte, i colori erano vividi e la frutta sembrava in buono stato. Anche i fiori lo erano sempre. Ma iniziamo a capire qual è il quadro di natura morta più famoso al mondo. Anzi, capiamo quale opera artistica è considerata l’incunabolo (detto altrimenti, la prima testimonianza) del genere della natura morta.

Stiamo parlando della Canestra di frutta. Sì, giusto. L’hai vista al reparto decorazione di Ikea. Ma il primo a dipingerla tra il 1597 e il 1600 fu Michelangelo Merisi da Carvaggio. È un olio su tela da 54x67 centimetri. Puoi godere dell’originale alla Pinacoteca Ambrosiana. Tra l’altro sul sito web del museo di piazza Pio XI a Milano è possibile analizzare l’immagine in alta definizione. Ne vale la pena. E già che sei sulle pagine della pinacoteca, dai un’occhiata anche al Vaso di fiori con gioiello, monete e conchiglie di Jan Brueghel il Vecchio. Dipinse questo olio su rame nel 1608.

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Ma in quel periodo, né il buon Caravaggio e nemmeno il Vecchio erano coscienti di dipingere Natura Morta. Probabilmente avrebbero cambiato soggetto. All’epoca, infatti, era semplicemente un orientamento artistico chiamato, dai più, naturalismo. L'espressione Natura Morta, invece, è stata introdotta in Italia soltanto alla fine del 1800. Serviva a tradurre l’espressione olandese Still-Leven (natura in quiete). Un termine che già dal 1650 indicava la rappresentazione pittorica di soggetti inanimati.

Ma queste rappresentazioni pittoriche di oggetti inanimati come frutta, fiori, ortaggi, strumenti musicali e altre curiosità non è fine a sé stessa. La messa in posa degli oggetti ha una notevole valenza simbolica. Per dirla alla Stephen King, Show don’t tell: cioè mostra senza dire. Il frutto, il fiore, l'arredo ben definito, assumono un significato legato alla buona morale. Così, anche il ciclo delle stagioni rappresenta la fragilità, la caducità, l'annientamento. Tematiche che il pittore affronta tramite una descrizione minuziosa e appassionata che eleva tecnicamente e qualitativamente ogni singolo componente dell'opera. Ecco perché serve analizzare queste opere anche online ad alta definizione. È utile a cogliere ogni minimo particolare.

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Ogni elemento naturale o artificiale dell’opera ha un perché. Lo è per i vasi di fiori come per gli insetti. Oltre a manifestare un interesse naturalistico, costituiscono il contenuto simbolico dell'opera. I fiori, a causa della loro breve durata, esprimono meglio la fugacità e la transitorietà della vita umana. L'insetto, invece, è simbolo di decomposizione. Su Google Art è possibile osservare molte nature morte di diversi periodi storici: da quella metafisica di Giorgio Morandi del 1918 alla Natura morta con pesci, verdure, gatti e porcellini di Felice Boselli fino a toccare La Natura Morta Chiara di Giuseppe Facciotto.
Al posto di scrollare le immagini di Instagram o i video di TikTok, fatelo con Google Arts&Culture. Vi arricchirà molto di più senza lasciarvi un senso di ansia.

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