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VALENTINA BALDINI

Torinese, cresciuta con la passione per l’arte che ha iniziato a manifestarsi durante i primi anni di liceo, oggi è una consulente per l’arte o come si dice in gergo una acclamata Art Advisor.

Qual è stato il momento in cui è scattato questo amore smisurato per l’arte?

“Sono sempre stata una ragazza ribelle che non amava molto studiare, questo mi ha portato soprattutto nei primissimi anni di liceo a “tagliare“ spesso la scuola per rifugiarmi nei musei e nelle gallerie della mia città. Torino è sempre stato il centro nazionale più importante e vivo quando si parla dell’arte contemporanea.

Uno dei miei posti preferiti era il Castello di Rivoli, ricordo ancora la prima mostra che ho visitato nel 1994, le sale ospitavano Keith Haring e ne rimasi folgorata, la forza emotiva di quei lavori mi spinse a investigare e frequentare l’ambiente dell’arte e da allora non ho mai più smesso.”

VALENTINA BALDINI | Ritratto

EQUILIBRIUM? | Flashbacktorino

Hai mai pensato di diventare tu un’artista?

“C’è stato un momento in cui il rumore metallico dello specchio della reflex mi ha letteralmente incantato, la scuola ora assumeva un fascino diverso tanto che tre anni dopo ero laureata in fotografia, sono stati anni importanti di formazione che mi hanno insegnato anche a giudicare, se possiamo usare questo termine, l’opera fotografica. Parallelamente ho anche capito che la mia passione abitava nel collezionismo dell’arte contemporanea a 360 gradi e per essere sicura ho frequentato anche un corso sull’economia dell’arte all’Accademia delle Belle Arti di Torino che mi è stato di aiuto per costruire la mia personale collezione, oltre che darmi la possibilità di aiutare gli altri a comprendere il valore di un’opera.”

Il tuo è un approccio economico e di investimento?

Principalmente di pancia, le opere devono trasmettermi qualcosa, mi devono scuotere, poi imparare a conoscere il mercato dell’arte e capire quale artista ha più chance di emergere è certamente una delle capacità che ho affinato negli anni e che oggi mi permette di fare questo lavoro.

Parlando appunto del tuo lavoro, che cosa fa esattamente un art advisor?

Chiariamo subito che non ci si può improvvisare, un consulente è colui il quale ti segue e ti insegna a comprendere meglio che cos’è l’arte contemporanea e perché è così importante ma per farlo deve conoscere la materia, deve aver studiato. Il ruolo dell’art advisor è quello del decifratore, deve offrire una lettura chiara e imparziale delle dinamiche del mercato per analizzare tutti i fattori importanti ai fini di un acquisto.

Conoscendoti e seguendoti sui social vedo che sei sempre in movimento e alla ricerca di nuovi stimoli, hai qualche progetto nel cassetto?

Ho deciso di riproporre i vecchi salotti d’arte scegliendo accuratamente ogni volta artista e commensali. Un artista, le sue opere, dai 12 ai 24 invitati, tutti attorno a un tavolo.

Casa mia sarà allestita come si fa con le gallerie, la scelta dell’artista è fondamentale, deve essere qualcuno che mi ha trasmesso qualcosa e del quale apprezzo il percorso creativo.

In base poi alla percezione che ho di lui decido chi invitare.

La serata comprende ovviamente la presenza dell’artista stesso che potrà quindi scambiare opinioni ed entrare o meno in sintonia con gli invitati e potenziali compratori.

Il tutto verrà filmato e reso poi visibile nelle mie pagine social in modo che, anche in una fase successiva, anche chi non ha partecipato alla cena abbia la possibilità di conoscerne il lavoro. Oggi mi sembra tutto troppo veloce e credo che avere la possibilità di dialogare e scambiarsi le idee sia importantissimo per assaporare davvero l’arte.

 

 

EQUILIBRIUM? | Flashbacktorino

Valentina, hai qualche consiglio da dare ai giovani appassionati che non hanno idea di come cominciare una collezione?

Alle persone o ai clienti che si approcciano per la prima volta al collezionismo di arte contemporanea o semplicemente a coloro che chiedono informazioni rispetto all’estetica e alle dinamiche del mercato, dico sempre la stessa cosa : guardate più che potete, frequentate fiere e mostre per creare un vostro gusto, guardate anche ciò che sembra non piacervi perché solo così capirete quello che più vi piace e per sviluppare un giudizio critico più puntuale.

Visitando periodicamente le gallerie, le fiere, i musei e documentandosi su riviste e online allora si acquisiranno informazioni utili non solo ai fini del comprendimento di una determinata opera o della pratica di un artista, ma soprattutto alla formazione personale di un gusto visivo, di una sensibilità estetica. Imparare a guardare ciò che non ci piace per capire cosa ci piace.

Articolo di Beatrice Bortoluzzi

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